Rieccoci (e qualcosa in più su di noi)

Le lunghe assenze sono quasi sempre intepretate come una inesorabile stanchezza verso l’impegno di mantenere un blog attivo che, dopo l’entusiamo iniziale, si affievolisce anche a causa di eventi contingenti, specie se correlati a lavoro, cose da fare, impegni ed altri modi di trascorrere il tempo libero.

E’ un poco la storia di tanti che arrivano alle Canarie con ancora i motori spazio-tempo dell’Italia, la frenesia dei tempi, la sincronizzazione tra cervello e orologio al polso, la frustrazione di un semaforo rosso, l’elenco cronologico degli impegni della giornata. Ritmo, si chiama ritmo di vita. Tra due battiti del cuore avvengono un numero specifico di eventi a cui pensare o agire.

E alla fine arrivi qui. Mantieni il tuo ritmo perché è come una pianura dopo una ripida discesa fatta in bicicletta. Ma la velocità scende, ci sono più spazi tra i due battiti, spazi dove puoi pensare, dove puoi affrontare te stesso e capirti, ispezionarti e riflettere su quello che fai, su quello che hai fatto e su come potresti rifarlo o come avresti potuto affrontarlo e come lo gestirai.

Mal d’Africa? Distesa immensa dell’oceano visibile da ogni singolo paesino e città nelle isole? Presenza della natura che ti avvolge? Cieli colorati di stelle e galassie? E chi lo sa. Ma qualcosa qui succede. Non subito, Non dopo qualche settimana, ma qualcosa inesorabilmente si impossessa di te. Lo fa nel modo più subdolo e impensabile: si impossessa della tuo orologio vitale.

Il secondo diventa più lungo. La misura musicale passa dai sedicesimi ai quarti. Quante cose puoi fare in un secondo? Qui molto meno di quelle che saresti mai riuscito a fare in Italia. La riflessione, che è la nobile noia del non fare, diventa parte di te ed il tempo si scandisce non più a minuti ma ad ore. Anzi, a fasi della giornata: mattina (mañana) e pomeriggio (tarde). La sera e la notte? sono fatte per divertirsi e riposarsi. Qui mai nessuno ti darà un appuntamento di lavoro alle 19. Magari ti inviterà ad assaggiare tapas e vino di Lanzarote.

Alle Canarie il tuo tempo non rallenta, ma si fraziona. Una dicotomia di Zenone che ti fa nel tempo muoverti in una dimensione sicuramente più consona alla natura umana. La civiltà è nata, non a caso, a questa latitudine, tra il Tigri e l’Eufrate. In più si aggiunge il tempo, le 14 ore di sole, la temperatura sulla costa per cui basterebbero 2 cm di termometro a mercurio.

Insomma, diciamolo chiaro, non ci siamo impigriti ma ci siamo resi conto che, dal tempo che abbiamo iniziato questo blog, le informazioni sulle Canarie sono diventante talmente ridondanti da essere perlopiù prive di verità se non artefatte o utilizzate per fini personali di business.

Abbiamo smesso di leggere i social, tutti i gruppi di persone che vivono alle Canarie che passano il tempo a litigare, fornire informazioni sbagliate e talvolta deliranti, insultare, agire da prepotenti e un ventaglio di comportamenti tipico del periodo in cui alcuni Paesi stanno vivendo, in un mondo capovolto che combatte il bullismo con il bullismo, l’emarginazione con l’emarginazione, la censura con la censura. Disprezzo del prossimo che non la pensa come te e l’odio sociale sapientemente pilotato.

Quando nel 2015 abbiamo preso la decisione irrevocabile di mettere l’ultimo punto sulla nostra esperienza italiana, avevamo tante persone pronte a sferrare il “te l’avevo detto”, il “vedrete che tornerete”, “non avete resistito un anno”, “il bambino pregiudicherà la sua continuità nell’educazione scolastica” e tutte quelle frasi che adesso, dopo 6 anni, ci suonano come minacce psicologiche cadute nel vuoto, tentativi estremi di fare pensare con la mente altrui,  paura che avremmo trovato un mondo migliore. Così è stato. E tanti che pronunciavano tali frasi, tra cui familiari ed amici, ora ci chiedono come fare a venire qui. E noi siamo pronti a rispondere “non resisterete un anno”, “vedrete che tornerete in Italia”, ecc.

Ora vi parliamo un po’ più di noi. Insomma, dopo 6 anni per chi ci segue è giusto conoscerci meglio.

Io (che scrivo gli articoli) sono Roberto, ho raggiunto la soglia dei 60 anni e mi occupo da lustri di scrivere. Scrivo righe di codice per gli umani (ad esempio questo blog scalcinato) e scrivo righe di codice di programmazione in molti linguaggi, da applicazioni assembler ad applicazioni web dinamiche passando per automazioni industriali, big data, sistemistica, server, ecc.

Cristina (la mezza mela di me) si occupa di traduzioni, interprete e rapporti tra aziende/professionisti e autorità delle Canarie (statali ma anche architetti, commercialisti, avvocati, ecc.

Christian si occupa di scuola nel senso partecipativo. Sta per completare un percorso scolastico che in Italia non avremmo mai minimamente immaginato. Parla 4 lingue (italiano, spagnolo, inglese e tedesco) e ha in mente per ora di seguire le impronte lavorative del padre, ma ha ancora 15 anni ed è presto per decidere. Anche perché le tentazioni sono tante: qui geologia, astronomia e vulcanologia sono ai massimi livelli e probabilmente verrà magnetizzato da una di esse.

Con questo per ora è tutto. Alcuni vecchi articoli di questo blog sarebbero da aggiornare ma preferiamo lasciarli così in quanto le foto ed i pensieri di un album di vita sono testimonianza di un percorso.

Scriveteci, saremo lieti di rispondervi a [email protected]

Un saluto a tutti voi e grazie per seguire questo blog.

 

 

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